Commemorazione del ventesimo anniversario del transito di Mons. Jean-Baptiste Gourion


Il 23 giugno 2025 ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa del Vescovo Jean-Baptiste Gourion, figura venerata nella comunità cattolica di lingua ebraica in Israele. La sua eredità continua a ispirare e guidare i fedeli.


In questo giorno, ricordiamo il Vescovo Jean-Baptiste Gourion, scomparso il 23 giugno 2005. Nato il 24 ottobre 1934 a Orano, in Algeria, da una famiglia ebraica, il percorso di fede e servizio di Gourion è stato straordinario. Si convertì al cattolicesimo nel 1958 ed entrò nel monastero benedettino nel 1961. La sua ordinazione sacerdotale seguì nel 1967.

La dedizione del vescovo Gourion alla comunità cattolica di lingua ebraica in Israele fu profonda. Nel 1976, arrivò in Israele con altri due monaci per ricostruire l'antico monastero di Abu Ghosh, di cui divenne abate nel 1999.

La sua nomina a vescovo ausiliare del Patriarcato Latino di Gerusalemme nel 2003 da parte di Papa Giovanni Paolo II segnò una tappa significativa nella sua missione al servizio dei bisogni spirituali degli ebrei cattolici.

I contributi di Mons. Gourion non furono solo amministrativi, ma profondamente pastorali. Lavorò instancabilmente per colmare le divisioni culturali e religiose, promuovendo un senso di unità e comprensione all'interno della variegata comunità che serviva. Il suo impegno fu determinante nel far crescere il Vicariato cattolico di lingua ebraica, garantendo che i bisogni spirituali peculiari di questa comunità fossero soddisfatti con compassione e dedizione.

Mentre commemoriamo il ventesimo anniversario della sua morte, riflettiamo sull'impatto duraturo della vita e dell'opera del Vescovo Gourion. La sua eredità è una testimonianza della sua fede incrollabile, del suo impegno al servizio e del suo amore per le persone che guidava. Possa il suo ricordo continuare a essere una benedizione e un'ispirazione per tutti noi.


Ulteriori informazioni sul Vescovo Gourion sono disponibili QUI. Catholic.co.il



Ecco il ricordo di Padre Roman sul Vescovo Jean-Baptiste Gourion:


Era giovedì 23 giugno 2005. Ero in Polonia, a casa, in vacanza estiva prima del primo anno di teologia. In quei giorni, mi stavo preparando per un viaggio in Irlanda per migliorare il mio inglese. Dopo un'estate, durante gli studi di teologia abbiamo dovuto passare dall'italiano all'inglese. Così, tutti i seminaristi si sono recati in diversi paesi per studiare e perfezionare la nuova lingua. Ma per me, quell'estate è stata speciale anche per un altro motivo. Nell'agosto di quell'anno, i miei voti nella congregazione salesiana stavano per scadere e dovetti trasferirmi per diventare seminarista del Patriarcato Latino a Gerusalemme, e più precisamente, seminarista dell'Opera di San Giacomo, guidata dal vescovo Jean-Baptiste Gurion, vicario del Patriarca per l'Opera di San Giacomo, oggi Vicariato di San Giacomo, ordinato vescovo il 9 novembre 2003.

Quel giugno ero a casa, in Polonia. Improvvisamente, la voce di mio padre mi giunse alle orecchie, chiedendomi: "Come si chiama il tuo vescovo?"

Risposi: "Jean-Baptiste Gurion".

"È morto", rispose mio padre imbarazzato.

Rimasi un po' scioccato.Ecco non avevo piu’ l’ uomo che avevo appena iniziato a conoscere, che amavo e attraverso il quale Dio mi aveva aperto una nuova strada. Ma ero ancora salesiano. I miei voti erano validi fino ad agosto, e non avevo chiesto di rinnovarli né di emettere i voti perpetui. E qui mi mancava l’uomo, il vescovo che era la garanzia per me di continuare il mio cammino verso il sacerdozio. Non sapevo cosa pensare e, a dire il vero, non ricordo quando ho ricevuto il messaggio di suor Miriam Selz, l'assistente del vescovo, che mi informava che tutto andava bene, che don Pierbattista Pizzaballa, allora vice-vicario, poi diventato lui stesso vicario e ora Patriarca di Gerusalemme, mi aveva detto che potevo tornare in Terra Santa e che potevo continuare il mio cammino nell'Opera di San Giacomo. Mi Sentivo sollevato.

Avevo conosciuto p.Jean-Baptiste Gurion ancor prima che fosse stato consacrato vescovo, pur non appartenendo ad alcuna comunità dell'Opera di San Giacomo. Nell'agosto del 2003, quando p. Jean-Baptiste ricevette la sua nomina episcopale, non sapevo bene cosa fosse l'Opera di San Giacomo, cosa fossero le Kehilot, le comunità di lingua ebraica. Ma avevo sentito dire che domenicani, francescani e gesuiti lavorano o hanno lavorato lì. Pensai: certo, il nuovo vescovo riceverà anche un salesiano che, se necessario, aiuterà lui e gli altri. Ma sabato 1° novembre 2003, mesi dopo l'inizio del mio primo anno di studi teologici, durante la preghiera privata in cappella, sentii che Dio mi chiamava a lasciare la congregazione e a unirmi al nuovo vescovo per lavorare direttamente con lui. Il giorno dopo andai dal priore della casa e gli spiegai cosa intendevo. Mi capì subito. Quello stesso giorno ricevetti il ​​permesso di andare dal vescovo per conoscerlo e chiedergli se mi avesse accettato. Certo, non è stato facile dal punto di vista logistico. Fortunatamente, prima di conoscerlo personalmente, ho avuto due occasioni di incontrarlo. Giovedì 6 novembre, noi seminaristi facemmo una gita archeologica. Se non ricordo male, dovevamo andare a Hebron, ma proprio quel giorno la strada era chiusa. P. Vernet, il nostro professore di archeologia, decise improvvisamente di andare ad Abu Gosh a trovare Padre Jean-Baptiste pochi giorni prima della sua consacrazione episcopale. Per Padre Jean-Baptiste, erano giorni di ritiro. Ma ci ricevette per qualche minuto. Ricordo che disse che sperava di avere un giorno un gruppo di seminaristi come quello ad aiutarlo nel suo lavoro. E io pensai tra me e me: "Eccomi qui". Ma non potevo ancora dirlo ad alta voce.

Naturalmente, qualche giorno dopo, ricevetti il permesso dal priore di partecipare alla consacrazione episcopale di Padre Jean-Baptiste. Non conoscevo nessuno dei presenti riuniti nella chiesa di Nostra Signora dell'Arca dell'Alleanza a Kiryat Yearim, appena sopra Abu Gosh. Di tutta la cerimonia, ricordo il momento in cui p. Pierbattista Pizzaballa e p. Grzegorz Pawłowski sollevarono il Vangelo sopra il capo p. Jean-Baptiste e poi le parole che il nuovo vescovo aveva pronunciato in ebraico al termine della cerimonia di consacrazione. E avevo già iniziato a imparare questa lingua e quindi avevo capito tutto. P.Jean-Baptiste aveva iniziato con queste parole, se non ricordo male: "Non sono sicuro di aver capito quello che sto per dire". E ha continuato: "Finalmente siamo tornati a casa".

Dopo la consacrazione, non mi fermai per il rinfresco. Dovevo tornare in seminario. Ma presto ricevetti il ​​permesso di far visita al nuovo vescovo, questa volta per un colloquio privato. Quando arrivai al monastero di Abu Gosh, fui accolto da un monaco che mi disse di aspettare il vescovo in un piccolo soggiorno. Le cose che catturarono maggiormente la mia attenzione quando il vescovo Gourion entrò nella stanza furono: la sua tunica bianca, uno zucchetto più rosa che viola, i suoi occhiali e, soprattutto, il suo ampio sorriso e le sue braccia aperte. Subito dopo l'abbraccio, cominciammo a dirci le cose importanti.

Che sorpresa e che gioia provai quando seppi che non ero il suo primo seminarista. Ce n'erano già stati altri due. La seconda cosa che discutemmo subito furono i miei voti. Il vescovo disse che sarebbe stato meglio per me aspettare che i miei voti fossero scaduti naturalmente. In realtà avevo rinnovato i voti solo ad agosto e l'idea di aspettare due anni per lasciare la congregazione ed entrare nelle Kehilot mi rattristava molto. Ma quando sono tornato in seminario, il priore mi ha consigliato la stessa cosa. Sapevo di potermi fidare di questi due sacerdoti che Dio mi aveva donato in quel momento e rimasi nella congregazione.

Nei due anni successivi ho potuto incontrare il Vescovo Jean-Baptiste altre volte, sia privatamente che durante le Giornate delle Comunità che si tenevano nel suo monastero, e in effetti, grazie a questo, ho iniziato a conoscere la nuova realtà a cui presto avrei aderito pienamente: le Kehilot.

Poi arrivo’ quel giovedì 23 giugno 2005, giorno della morte del Vescovo Jean-Baptiste Gurion. Non avevo potuto nemmeno partecipare al suo funerale. Ero in Polonia…


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