Una preoccupante decisione nei confronti dei richiedenti asilo eritrei e sudanesi


Il 1° gennaio 2018, l’Autorità israeliana per la popolazione e l’immigrazione ha pubblicato un annuncio politico che offre ai richiedenti asilo sudanesi e eritrei la scelta di lasciare il paese o l’incarcerazione.

Secondo le informazioni pubblicate, chi partirà entro la fine di marzo 2018 riceverà una "sovvenzione" di $ 3.500 e il biglietto aereo. Chi invece deciderà di rimanere, dopo questa data sarà soggetto a "applicazione forzata" al termine di un periodo di tempo specificato.

Un altro documento specifica che i richiedenti asilo e i rifugiati provenienti dal Sudan e dall'Eritrea (escluse donne, bambini, genitori di figli a carico e vittime di schiavitù / lavoro forzato / abusi sessuali) che vengono a rinnovare i loro permessi di soggiorno temporanei, a partire dal 2 febbraio 2018, avranno 60 giorni per lasciare Israele e ritornare o nel loro paese d'origine o in uno dei due "paesi terzi" africani (molto probabilmente Ruanda e Uganda anche se le fonti ufficiali non hanno ancora esplicitato questa informazione). Sebbene il documento dichiari la possibilità di ricorrere in appello contro tale decisione, dice anche che il processo di appello non potrà ritardare la partenza del richiedente asilo oltre i 60 giorni stabiliti, a meno che il suo ricorso non sia accettato. Coloro che rimangono in Israele oltre i 60 giorni saranno incarcerati.

I richiedenti asilo che non rinnovano il permesso prima della sua scadenza, o chi è già in carcere, saranno portati davanti alle autorità di frontiera che presenterà loro la stessa scelta tra la deportazione e la carcerazione. I richiedenti asilo avranno la possibilità di presentare le loro ragioni, ma a loro non verrà fatto alcun accenno sulla partenza obbligata. Sebbene il documento non specifica la durata della detenzione, sembra implicare che ci sarà un tentativo in corso di convincere il richiedente asilo a lasciare il paese "volontariamente".

Il documento specifica inoltre che, dopo marzo 2018, la sovvenzione proposta sarà diminuita, e che "l’applicazione forzata" sarà presa anche contro coloro che assumono i richiedenti asilo.

Popolazione in oggetto: la pagina "Sovvenzione volontaria di ritorno" (che precede l'annuncio del 1° gennaio) include nella sua popolazione i richiedenti asilo, rifugiati o migranti privi di documenti provenienti da "Eritrea, Sudan, Etiopia, Costa d'Avorio, Guinea Conakry e qualsiasi paese in Africa con cui Israele non ha relazioni diplomatiche". Mentre il programma dettagliato pubblicato il 1 gennaio 2018 specifica che la popolazione in oggetto è quella dei richiedenti asilo eritrei e sudanesi che non hanno presentato richiesta di asilo prima del 1 gennaio 2018, aggiunge che "l'autorità per la popolazione e l'immigrazione considererà l'allargamento della popolazione prevista per la deportazione verso paesi terzi, compresi quelli la cui richiesta di asilo è ancora in corso".

 

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