Penosa esclusione
Un nuovo bollettino dei Medici per i Diritti Umani Israele, pubblicato alla fine di novembre 2017, - "Painful Exclusion" (Penosa esclusione) - descrive i costi sanitari, morali ed economici della mancanza di una politica sanitaria per i richiedenti asilo in Israele.
Israele ospita attualmente quasi 40.000 richiedenti asilo africani, in maggioranza provenienti dall'Eritrea e dal Sudan. Israele riconosce il pericolo che devono affrontare se ritornano nei loro paesi di origine, e quindi li protegge dall'espulsione. Ma nonostante questa protezione queste persone non hanno alcuno status civile in Israele e, di conseguenza, rimangono prive di assistenza e di accesso regolare ai servizi sanitari, tranne nelle emergenze.
È passato un decennio da quando i primi richiedenti asilo africani sono arrivati in Israele e, tuttavia, il Ministero della Salute non è riuscito a formulare una politica globale per regolare il loro accesso ai servizi sanitari. È vero che negli ultimi anni abbiamo assistito a cambiamenti graduali negli atteggiamenti del ministero, offrendo servizi parziali e sporadici. Ma come descritto nel nostro rapporto, quelli sono inadeguati e lasciano molti senza cure mediche adeguate. Molti sono costretti ad aspettare fino a quando la loro situazione si sia deteriorata a tal punto da renderli idonei a ricevere un trattamento ai sensi dell'Atto del Diritto del Paziente (solo emergenze).
Il rapporto elenca in dettaglio i costi di questo fallimento - i costi sanitari, morali ed economici della mancanza di una politica sanitaria per i richiedenti asilo. Offre quindi un'alternativa: una soluzione sostenibile per quella popolazione che include un accordo assicurativo sponsorizzato dallo stato.
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