Omelia di Padre Jamal Khader per la Giornata Mondiale dei Migranti 2016


Pubblichiamo qui di seguito l’omelia di Padre Jamal Khader, rettore del Seminario del Patriarcato latino di Beit Jala, per la celebrazione della Giornata Mondiale dei Migranti tenutasi a Giaffa il 16 Gennaio 2016.

Papa Francesco inizia il suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace con queste parole: “Dio non e’ indifferente! A Dio importa dell’umanita’! Dio non l’abbandona!”

Guardando indietro al 2015, dove siamo stati testimoni di guerre in molti paesi, abbiamo visto anche milioni di sfollati e le sofferenze di milioni di rifugiati in quella che e’ stata descritta come la piu’ grande ondata di profughi dalla Seconda Guerra Mondiale. Molti sono stati costretti a lasciare le loro case, e molti altri sono morti mentre cercavano un rifugio dalla guerra e dalla fame. E oggi noi siamo qui riuniti per pregare per loro. Tutto questo ci porta a vedere la disuguaglianza tra le persone e i popoli e l’indifferenza del mondo. Questa indifferenza e questo silenzio portano alla complicita’ ogni volta che ci troviamo di fronte alle persone che soffrono, insensibili e sordi al loro grido. Se molti esseri umani sono indifferenti, Dio non lo e’!

Lo scorso Dicembre, il Santo Padre ha indetto l’Anno della Misericordia. Egli ci invita a meditare il volto misericordioso di Dio e a predicare e praticare il Vangelo della misericordia; anche se non e’ facile vedere la misericordia di Dio nelle nostre sofferenze, noi crediamo in un Dio buono e amorevole, padre di tutti gli esseri umani. Nelle nostre sofferenze noi, come credenti, non chiediamo: “Dov’e’ Dio?”, ma: “Dove sei Dio?”. E’ una preghiera rivolta a Dio per chiedere la sua giustizia e misericordia.

Il piano di Dio per i suoi figli e figlie è un piano di misericordia. La misericordia è la risposta di Dio al peccato dell'uomo e alla sofferenza umana. Egli ha rivelato la sua misericordia nel Figlio che ha inviato a redimerci e a salvarci dal peccato. Egli apre le braccia per accogliere il figlio prodigo; è pronto a perdonare tutti i nostri peccati e colpe. La parabola del Vangelo di oggi mostra la misericordia del re verso il suo servo che non era in grado di ripagare i suoi debiti. E’ l'immagine dell’infinita misericordia di Dio, sempre pronto a perdonare e a mostrare compassione.

Dio mostra la sua misericordia attraverso suo Figlio, Gesù Cristo, e attraverso i suoi figli e figlie che praticano la misericordia nella loro vita. Il problema con il servo che ha rifiutato di perdonare il fratello è che lui è stato perdonato, è stato liberato dai suoi debiti, ma ha rifiutato di perdonare. Ha sperimentato la misericordia, la misericordia di Dio, e si è rifiutato di usare misericordia verso il fratello. Lui è così simile a noi quando trattiamo gli altri con un cuore di pietra, e non di carne, senza pietà. Egli ha rifiutato di riconoscere l'altro servo come suo fratello, e se stesso come il guardiano di suo fratello.

L'anno della misericordia che stiamo celebrando quest'anno ci chiama a vivere l'amore e la misericordia di Dio e a praticare la misericordia verso gli altri. La misericordia di Dio può raggiungere l'altro attraverso le nostre opere di misericordia. Quando si pratica l'amore e la misericordia, gli altri possono sperimentare l'amore e la misericordia di Dio. Quando diamo da mangiare agli affamati, quando diamo da bere agli assetati, quando vestiamo gli ignudi, diamo riparo ai senzatetto, visitiamo i malati, è Dio che agisce attraverso di noi, e chi soffre può conoscere e sperimentare la misericordia di Dio. La misericordia è il cuore di Dio. Perciò dev’essere anche il cuore di tutti coloro che si riconoscono membri dell’unica grande famiglia dei suoi figli; un cuore che batte forte dovunque la dignità umana sia in gioco. Dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace). La Bibbia ci esorta ad accogliere lo straniero, e nel fare cio’ apriamo le nostre porte a Dio, e nei volti degli altri vediamo il volto di Cristo stesso: "Amerai lo straniero come te stesso", come abbiamo letto nel libro del Levitico pochi minuti fa. Gesù stesso sta alla porta e bussa; se udiamo la sua voce e apriamo la porta, egli verrà a stare con noi (Apocalisse).
In un mondo dove i migranti e i rifugiati sono esposti a tutti i tipi di sfruttamento, dobbiamo essere il cuore amorevole di Dio; in un mondo dove il rifugiato scappa dalla morte e dalla povertà, dobbiamo essere le mani caritatevoli di Dio per loro; nelle situazioni di sofferenza e poverta’, di sfruttamento o di paura, dobbiamo essere gli strumenti amorevoli nelle mani di Dio per mostrare misericordia e amore. “La misericordia alimenta e irrobustisce la solidarietà verso il prossimo come esigenza di risposta all’amore gratuito di Dio”, ci dice il Santo Padre nel suo messaggio di questa giornata. Accogliere l'altro è accogliere Dio in persona!

Dobbiamo essere il cuore di questo mondo senza cuore.

La migrazione e la ricerca di un nuovo rifugio è una situazione critica nel nostro mondo moderno. L'emigrante lascia la sua casa e la famiglia alle spalle; lasciano un pezzo di se stessi dietro loro in cerca di una nuova vita; e questo causa sofferenza. Nella terra dove scelgono di rifugiarsi, spesso soffrono del fatto di essere migranti o rifugiati. La nostra dignità viene dall'essere creato e amato da Dio, non a causa dei nostri certificati, del nostro colore, della nostra razza o della nostra origine. E questa e’ la ragione per cui ogni essere umano deve essere trattato con dignità.
Le ondate di emigrazione sono un segno del fallimento della comunità internazionale e dei governi nel fermare le guerre, nel dimostrare solidarietà con i paesi poveri e lavorare per una equa distribuzione dei beni della terra. Ma l'emigrazione può essere un'opportunità per la coesistenza di culture e popoli diversi. Gli immigrati portano con sé la propria lingua, la cultura, la storia e i modi di vivere, e anche i loro cibi tradizionali. L'emigrazione può aiutarci ad apprezzare le differenze e a celebrare la nostra diversità. Nel tempo, questa situazione di emigrazione può diventare una fonte di arricchimento reciproco. Ecco perché è importante rispettare la dignità e i diritti di ogni essere umano e di ogni emigrante, ma è anche importante per gli immigrati rispettare le leggi del paese che li accoglie. Dio ci ha creato con le nostre differenze e il suo desiderio è quello di vedere i suoi figli che vivono insieme come fratelli e sorelle, non come nemici.

Preghiamo affinche’ ognuno di noi abbia un cuore umile e compassionevole, capace di annunciare e testimoniare la misericordia, capace di agire in solidarietà con coloro che soffrono, capace di dimostrare la preoccupazione e la cura per i nostri fratelli e sorelle più vulnerabili.

Quando Gesù nacque a Betlemme, Maria e Giuseppe sono stati invitati a lasciare Betlemme e a rifugiarsi in Egitto, perche’ il re Erode voleva uccidere il bambino Gesù. Maria e Giuseppe temevano per la vita di Gesù. Come ogni madre e padre, erano pronti a fare qualsiasi cosa per il loro bambino. Hanno preso il bambino Gesù e sono fuggiti in Egitto, attraversando il deserto, il Sinai, nel loro cammino verso l'Egitto. Il Sinai non era, e ancora oggi non è un luogo sicuro da attraversare, soprattutto per una giovane coppia con un bambino. La Sacra Famiglia ha sperimentato la paura, il pericolo e l'ansia; sono diventati rifugiati in Egitto. Rivolgiamoci a loro perche’ sanno cosa vuol dire essere un emigrante e un rifugiato; affidiamoci alla loro intercessione. A loro affidiamo la nostra vita, la vita di coloro che amiamo e di quelli che abbiamo lasciato a casa.

Maria, Madre di Gesù e Madre nostra; tu hai protetto Gesù da Erode, tu sei fuggita in Egitto per salvarlo. Preservaci da ogni Erode dei nostri tempi, e salvaci. San Giuseppe, sii il nostro guardiano lungo il nostro cammino, nella nostra vita. Sacra Famiglia, aiutate le nostre famiglie per imparare da voi a praticare l'amore e la misericordia, l'ospitalità e la fiducia in Dio. Vi chiediamo di sostenere anche tutti coloro che lavorano per aiutare i migranti e i rifugiati, coloro che si sacrificano per gli altri nel dare loro cibo, riparo e amore.

Santa Maria, sii la nostra madre e il nostro rifugio. Amen

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