Dichiarazione della Santa Sede per la Giornata della Memoria 2016


Dichiarazione per la Giornata della Memoria (27 gennaio 2016) di Monsignor Janusz Urbanczyk, Osservatore Permanente della Santa Sede, alla 1086.ma riunione del Consiglio Permanente della OCSE-Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, del 21 gennaio 2016.

Signor Presidente,

Mi unisco ai precedenti oratori nel dare il benvenuto al Consiglio Permanente, al Segretario di Stato per gli affari europei della Presidenza del primo ministro ungherese, il signor Szabolcs Takács, presidente dell’Unione Internazionale della Memoria, e all’Amb. Felix Klein, rappresentante speciale della Repubblica federale della Germania per le relazioni con le organizzazioni ebraiche, per le questioni relative all’antisemitismo, all’olocausto e agli aspetti internazionali dei Sinti e dei Rom. La mia delegazione è grata per la loro presenza e per la loro esaustiva presentazione che coincide con l'anniversario della liberazione dei prigionieri e sopravvissuti del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, ora ricordato come Giornata della Memoria.

La commemorazione di questo anniversario ricorda tutte le vittime di quei crimini contro l'umanità, in particolare le vittime dello sterminio pianificato degli ebrei, e onora coloro che, a rischio della loro vita, hanno protetto persone perseguitate, facendo resistenza alla follia omicida che li circondava.

Ogni anno il 27 gennaio, mentre sostiamo in silenziosa meditazione, la celebrazione del Giorno della Memoria ci invita a riflettere profondamente sul significato della Shoah. Con profonda commozione, pensiamo alle innumerevoli vittime di odio razziale e religioso cieco che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte in quei luoghi disumani e perversi. Il ricordo della Shoah, ma anche dello sterminio pianificato dei Rom e dei Sinti e di altri gruppi di persone trattate con assoluta cattiveria da questo programma malvagio, ci chiama a un più profondo e universale rispetto della dignità di ogni persona. L’Olocausto ci ricorda che se non si riconosce che tutti gli uomini e donne fanno parte di un’unica grande famiglia e se non conviviamo con il nostro vicino e con lo straniero, quello che ci aspetta è la disumanità. Inoltre il suo ricordo è anche un monito a non cedere a ideologie che giustificano il disprezzo della dignità umana. La commemorazione di oggi è l'occasione per onorare anche tutti quegli uomini, donne e bambini che nel corso della storia, compreso il nostro tempo, soffrono per mano dei loro simili che sono motivati ​​dall'odio; anche noi siamo consapevoli di quelle ideologie che, ancora oggi, in alcune parti del nostro mondo, cercano di giustificare tale disprezzo.

È inquietante infatti vedere come tanti cuori umani sono ancora pieni di odio: da un lato c’è l’abuso del nome di Dio per giustificare una violenza insensata contro persone innocenti; dall’altro, c’è il cinismo che dimostra il disprezzo di Dio e ridicolizza la fede in Lui. L’innata dignità di ciascuno e di ogni persona esige che a nessun regime o  ideologia si possa permettere di non considerare e trattare tutti gli esseri umani come pari, ai quali il Creatore ha dato diritti e dignità inalienabili. La Shoah sia un invito continuo a rifiutare l'antisemitismo e ad impegnarci sinceramente, con profondo rispetto e cura per l'altro, in un dialogo di comune comprensione, che è l'unico modo sicuro che può portare - tutti i popoli, tutte le culture e tutte le religioni del mondo - al traguardo della fraternità e della pace.

Solo due mesi fa abbiamo celebrato il 50° anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, che afferma chiaramente che la Chiesa cattolica “deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque"1. Questa è la posizione della Chiesa cattolica sull’antisemitismo, che è stata ribadita in varie occasioni dai Papi, i quali hanno sottolineato che l'antisemitismo non ha posto nella Chiesa cattolica.

La Santa Sede è determinata a continuare il suo impegno contro ogni forma di anti-semitismo, perché, come ha affermato Papa Francesco domenica scorsa, “Sei milioni di persone, solo perché appartenenti al popolo ebraico, sono state vittime della più disumana barbarie, perpetrata in nome di un’ideologia che voleva sostituire l’uomo a Dio ... la loro sofferenza, la loro paura, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate. E il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro.L'Olocausto ci insegna che la massima vigilanza è sempre necessaria per essere in grado di intervenire tempestivamente in difesa della dignità umana e della pace. "2

Grazie, Signor Presidente!

1 Concilio Vaticano Secondo, Dichiarazione Nostra Aetate, 4.

2 Papa Francesco, Messaggio alla Grande Sinagoga di Roma, 17 Gennaio 2016. 

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