Beatificazione dell’Arcivescovo Romero

Almeno 250.000 persone hanno affollato le strade della capitale del San Salvador per la cerimonia presieduta dal Cardinale Angelo Amato.

Nato nel 1917 in un paese di montagna vicino all’Honduras, da ragazzo Romero fu apprendita falegname prima di entrare in seminario dove ha raggiunto la vetta anche se sembrava fosse un tranquillo conservatore. Appena un mese dopo la consacrazione episcopale di Romero un sacerdote gesuita, Rutilio Grande, a capo di una parrocchia rurale, e che era uno dei migliori amici di Romero, fu ucciso da agenti statali. L’Arcivescovo divento’ un critico convinto del governo militare che uccise, rapi’ e arresto’ sacerdoti e laici che organizzavano contadini e si dibattevano per i diritti dei lavoratori. Le sue omelie, spesso trasmesse alla radio, erano motivo di irritazione per gli estremisti di destra. Ignoro’ diverse minacce di morte rimanendo recalcitrante fino al suo omicidio mentre celebrava la messa nella cappella di un ospedale di San Salvador. Fu ucciso da un cecchino il 24 marzo 1980. Finora nessuno e’ stato processato per l’omicidio.

Circa 80.000 persone sono morte e 12.000 scomparse durante la guerra nell’America Centrale. In una lettera all’Arcivescovo di San Salvador, Luis Escobar Alas, Papa Francesco ha detto che la beatificazione dell’Arcivescovo Romero “e’ un evento favorevole per la vera riconciliazione”. Il Papa ha anche aggiunto: “In questo giorno di gioia per lo stato di San Salvador e per gli altri paesi dell’America Latina, ringraziamo Dio per aver dato all’Arcivescovo martire la capacita’ di vedere e sentire le sofferenze del suo popolo”.

“La legge di Dio che dice: Non uccidere, deve venire prima di ogni ordine umano di uccidere. E’ tempo di ricuperare la vostra coscienza”, queste le parole di Romero nella sua ultima omelia del 1980, invitando la Guardia Nazionale e la polizia di fermare la violenza nel paese. “Vi imploro, vi supplico, vi ordino in nome di Dio: fermate la repressione”.

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